martedì 29 luglio 2014

Slovenia coast to coast

Siamo alla stazione degli autobus de Trieste. Già se respira l'aria dei Balcani. Gli italiani siamo in minoranza. Co noi viaggia solo nartro connazionale, che va a fasse un master in Slovenia: de corno francese. Come annà a fa' ncorso de surf in Svizzera. Mo questo potrà esse pure er Mozart der corno francese ma sicuro nse po' considerà nprovetto geografo e esploratore.

Lingue slave ce cullano durante er viaggio. L'auto è diretto a Zagabria. Noi scennemo a Lubiana. Capitale della Slovenia, che nun è la Slovacchia, che a sua volta n'è più Cecoslovacchia che prima de dividese in due ner 1993 aveva in Praga er centro europeo per gli studi de cornamusa scozzese. Adesso se so' tutti spostati a Lisbona pe studià la cornamusa scozzese.
Le peculiarità della Slovenia so': artissima percentuale de superficie verde rispetto all'estensione totale (se la batte in Europa solo colla Svezia) e giovani locali bone fraciche.

La Slovenia, ar contrario de arcune dicerie, leggende e favoleggiamenti vari, esiste pe davero. Io, a di' er vero, è la seconda volta che ce vengo, ma quando ce misi piedi ner 2007 credevo fosse tutta na finta. Tipo che l'abitanti s'erano organizzati pe monta'  npaese ar volo, tipo "Benvenuti al Nord" (quello francese). Ma stavolta nce so' dubbi: la Slovenia esiste e spacca. Ed è pure gemellata cor Molise.

In realtà erano partiti pure i contatti pe richiede er gemellaggio colla Basilicata. Er presidente sloveno e arcuni produttori volevano fa' nfirm tipo "Basilicata coast to coast". Avevano ingaggiato pure er Rocco Papaleo locale e er vero Rocco Papaleo nostrano era venuto a fasse na gita qui in Slovenia pe sponsorizza' er progetto.

Ma a na certa è saltato tutto, non perché 'a Slovenia c'ha no sputo de costa e quinni "coast to coast" nse poteva fa ma perché i produttori e er presidente hanno scoperto che Rocco Papaleo era testimonial dell'Eni e allora non se la so' sentita de continua' nprogetto co uno che fa la pubblicità de n'azienda che trapana e succhia er paesaggio lucano.



Loro preferiscono tenesse er verde e le bone fraciche. Rocco Papaleo, se lo dovemo tene' noi.

Anche se comunque i contatti pel gemellaggio colla Basilicata rimangono, attraverso artri canali, perché chiunque c'ha avuto a che fa' coll'abitanti de sta tera sa che i lucani spaccano. Pure gli sloveni ce lo sanno e nun s'abbattono.

Arrivamo a Lubiana, in sloveno Ljubljana che pe pronunciallo bene servono du' anni de studi de filologia slava. Pe rimedia' a st'inconveniente l'università ha aperto un master apposito pe imparasse a di' er nome della capitale. Corso che richiama iscritti da tutta l'Europa occidentale e non solo. Pe quelli che vengono per il famoso corno francese il master è gratuito.

Sta città è npiccolo gioiello. Noi stamo a n'ostello vicino er famoso ponte dei dragoni. Lo stesso in cui ero venuto ner 2007.

Scendemo alla stazione e io ho ndeja vu prolungato. Arrivamo all'ostello camminando senza bisogno de chiede informazioni o apri' la cartina. Me ricordo strade, bar, angoli do svolta', murales e edifici. Na sensazione de leggerezza, quasi levito ma lo zaino sur groppone che me preme a terra, me ricorda che pure quà a falla da padrona è la forza de gravità.

L'ostello se chiama Ddt e forse pe questo è pulitissimo. Er letto costa 11 euri, colazione compresa. Ma er letto soltanto però. Senza lenzola e cuscini. Er portafoglio ride ma le felpe usate a mo' de cuscini ce regalano un novo compagno de viaggio: er torcicollo.

In stanza stamo co na combriccola de darkettoni francesi che girano colla felpa nera pure a 30 gradi ar sole, ma ar contrario dello stereotipo der darkettone, questi so' carmi e nfanno caciara. Nell'ostello ce sta pure na scolaresca de diciassettenni francesi. L'accompagnatrice, na vorta in cucina, ce mette in guardia: "State attenti che mo imboccano na fracca de sti studenti a magna' e a fa caciara". Nvece questi so' entrati, hanno magnato, hanno pulito e co nsorriso c'hanno detto: "bon app".

L'aria pulita e fresca della Slovenia rende docili pure i darkettoni e i diciassettenni se vede.

Nell'ostello ce sta pure ncampetto de basket e calcetto. Durante la nostra permanenza vedemo sfidasse le rappresentative de Francia e Inghilterra. Io e Scuzzi rimanemo a guarda' perché nun volemo ripete su scala locale le vittorie de Germania 2006 contro i galletti e de Euro 2012 e Brasile 2014 contro i sudditi de quella statua de cera della regina Elisabetta seconda.

Ngiorno famo pure na gita fori porta. Se dividemo. Scuzzi va a Bled, località su un lago co n'isoletta caratteristica ar centro. Io che già c'ero annato ner 2007 e me piace vince facile opto per Bohinj ( bo bo bo), nartra zona co nartro lago, ma meno turistica.

Tipo er lago de Castel Gandolfo e er lago de Nemi, ma senza papa e senza fragoline.

Tornati a Lubiana conoscemo un gruppo de veneti gajardi e annamo a fa' serata a ncentro sociale che se chiama Metelkova. I dettagli saranno taciuti pe rispetto della privacy de noi tutti.

Stanchi ma con sacco de voja de rimettese in cammino se arzamo dopo quarche ora, pronti pe pija l'auto pe Zagabria.

In viaggio, dopo che la risacca alcolica scema me ricordo di aver visto la sera prima, ar centro sociale, uno che assomijava a Rocco Papaleo. Triste e solo trangugiava amaro sloveno a rotta de collo. O forse me lo so' solo sognato. Nessun amante della Basilicata preferirebbe bevese sto pastoso amaro sloveno ar posto de nbell'amaro lucano. Era tutto nsogno poesse.

Me riaddormento ma me svejo dopo n'attimo. Bisogna mostra' i documenti. Siamo in Croazia.

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