mercoledì 3 settembre 2014

In missione per conto di Vice Italia - Perché (non) andare a Budva

La redazione di Vice Italia mi ha commissionato un pezzo a sua stessa insaputa. Quindi farò un'eccezione e mi toccherà scrivere in italiano. Spero si capisca. Altrimenti google translate fornisce una versione in romano, anche se purtroppo nella vulgata di Roma nord.

- In Montenegro veniamo raggiunti da tre amici. La vita è così: uno vuole prendersi una pausa esistenziale dal proprio cortile, fare il fricchettone e il viaggiatore citazionista in giro per il mondo e gli amici continuano a braccarlo in ogni dove. "Oh ma che stai in Montenegro? Il caso vuole che noi stiamo in Serbia, aspettaci che ti raggiungiamo". "Oh vengo anche io con te in vacanza per un mese nei balcani, voglio farti spendere più soldi di quanto ti eri programmato". (Probabilmente queste due conversazioni sono avvenute in dialetto romano ma le linee guida della redazione sono ferree).

La nuova combriccola è quindi così composta: Io e Scuzzi più le nuove entrate Flux, Luchetto e Capitano, rappresentanti nei balcani dell'etichetta Sostanze Records, indie net label elettronica che da poco ha fatto uscire la cinquantesima release. Siamo un quintetto perfetto per rappresentare Vice Italia in questo breve reportage; anche se quelli di Vice Italia non lo sanno e neanche noi siamo ancora al corrente di questa missione.

I tre nuovi acquisti, inoltre, vengono dal Guča Festival e stanno carichi a pallettoni (dai questo è italiano comunque!)

Il Festival, come quelli di Vice ben sanno, è uno strano mix di musica gitana, tromboni, birre a un euro, nazionalisti serbi e turisti da ogni dove che si ubriacano la notte risvegliandosi la mattina seguente pensando di trovarsi allo Sziget.

Noi per il nostro reportage cerchiamo qualcosa di autentico e lo troviamo una sera in un pub di Žabljak, cittadina che sorveglia il magnifico parco naturale del Durmitor. A differenza del Guča, qui siamo gli unici stranieri e gli unici a non conoscere le canzoni popolari montenegrine sparate al massimo volume.

Il giorno seguente partiamo verso nuovi orizzonti. Noi cinque e due polacche autostoppiste racimolate in strada (alcuni vanno in bus altri in macchina, anche se siamo inviati per un giornale sappiamo fare calcoli matematici di base).

Facciamo una capatina a Kotor, località abbracciata dal più grande fiordo dell'Europa meridionale. È come essere in Norvegia ma con venti gradi in più, con birre che costano un quarto rispetto a Bergen e con meno stangone bionde.

Lasciamo le polacche alla loro vita da autostoppiste e ci dirigiamo a Budva. Alcuni giorni prima mi era arrivato un messaggio di una collega con scritto: "Non andare a Budva!" ma noi saremo inviati di Vice, anche se Vice non lo sa, e andiamo nei posti non consigliati per scrivere fregnacce.

Arriviamo nella località costiera montenegrina. Iniziamo a cercare un posto dove dormire. Siamo a metà agosto. Passiamo qualche ora sotto il sole cocente con decine di porte che ci si chiudono in faccia. Pieno. No. Parole incomprensibili in montenegrino. Pieno. Ci dispiace. Per una notte soltanto no.

Ma noi siamo di passaggio e il nostro reportage prevede un budget per il pernottamento di una sola notte: anche se il lavoro finale deve apparire come se noi fossimo grandissimi conoscitori della realtà montenegrina. Gli unici che ci offrono alloggio per una notte sono degli adescatori ex tossicodipendenti che braccano le macchine dei turisti lungo il boulevard principale. Rifiutiamo entrambe le offerte: la casa e l'eroina.

Abbiamo bisogno di un piano b. Il Capitano propone di fingerci parte di una troupe televisa che dovrà girare un documentario su Budva. Il nostro è solamente un sopralluogo, tra una decina di giorni torneremo con trenta persone e occuperemo l'intero stabile per due settimane. Il diversivo non funziona e allora optiamo per il piano c. Siamo inviati per conto di Vice Italia. Non provate a chiuderci le porte in faccia altrimenti scriveremo un articolo irriverente pieno zeppo di luoghi comuni, che disintegrerà l'intero sistema turistico montenegrino lasciando sul lastrico migliaia di persone e costringendo il Manchester City a vendere Jovetić all'AlbinoLeffe.

Siamo inviati per conto di Vice e dobbiamo rimanere una notte soltanto, siamo rimasti senza benzina, abbiamo una gomma a terra, non abbiamo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non ci ha portato il tight, c'è il funerale di nostra madre, è crollata la casa, c'è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette, non è colpa nostra, una notte soltanto, lo giuriamo su dio!

Il piano c funziona. Troviamo una pensione con stanza quadrupla per quindici euro a persona. Un affare se si pensa che la città è stracolma come Gallipoli il quattordici di agosto. Marko, il titolare dell'alloggio ci spiega che in molti non accettano persone per una notte sola perché sono troppo pigri per rifare le camere ogni ventiquattro ore.

Scontrino Moleskine
Appuntiamo tutto sulla nostra moleskine che in realtà è il retro di uno scontrino. Ormai siamo inviati di una nota rivista online, non dobbiamo farci sfuggire nulla. Il nostro reportage consiste nel trovare la città che sarà la nuova Berlino europea e noi dopo aver visitato Belgrado, Budapest alta e bassa, Bergamo alta e bassa, Belluno, Belgrado, Barcellona, Bilbao, Bergen, Brno, Battipaglia, Bolzano e Bolsena siamo arrivati a Budva. Il fatto che debba essere una città che inizia per "b" avvolge il nostro lavoro di quella serietà e sistematicità che tutti i reportage dovrebbero avere. 

Il pomeriggio andiamo in una spiaggia dove l'attrativa principale sono le comitive di russi che comprano bottiglie da 0,2 di spumante a dieci euro, le stappano coi denti e se le versano addosso. Molti giorni prima che l'Ice Buckett Challenge diventasse una moda. 

Capiamo che Budva in realtà non si addice al profilo richiesto perché sembra più che altro un misto tra Rimini, Ibiza e Ladispoli. Le persone vestono malissimo. Non provate a arrivare a Budva con un abbigliamento all'ultimo grido, hipster, sportivo o fricchettone. Il coatto antico e il tipo da spiaggia fine anni novanta sono gli unici stili permessi in città. Le ragazze sono bellissime e se quelli che indossano sono considerati vestiti il Vaticano è un continente. Ci deve essere evidentemente una crisi nel settore della sartoria.
I supermercati sono aperti fino alle due di notte e questo causa strani fenomeni di solidarietà tra amici che si reggono la testa a turno mentre ripropongono la cena sul marciapiede o nei giardini della città.
Noi cinque proviamo a importare la cultura del bottiglione nel centro storico. Compriamo due bottiglie di coca cola e due di Captain Morgan, famoso collega del Capitano. Anche se il nostro Capitano non  è un infame come Morgan che dopo essere stato pirata divenne vicegovernatore e poi governatore della Giamaica e imprigionò molti dei suoi ex compagni. Noi del nostro Capitano invece ci possiamo fidare, almeno finché non diventerà sindaco di Palestrina.
La missione alcolica comunque fallisce infatti veniamo prima discriminati, poi derisi e infine cacciati dai coatti in abito da sera che sorseggiano cocktail poco elaborati.
Proviamo a cercare della marijuana. Nessuno di noi è fumatore (nota per i nostri parenti a casa) ma nessun reportage di Vice vale la pena di essere scritto se non si spara con un kalashnikov in Cambogia, se non si sniffa un po' di coca in Colombia, se non ci si ubriaca in un pub dell'Algarve, se non si beve da una bottiglietta d'acqua in Salento, se non si prende un acido al raduno degli scout con Renzi.
Falliamo anche qui. Il massimo che riusciamo a trovare è una corsa in taxi super scontata.
La nostra missione è naufragata, siamo dei pirati da quattro soldi. Budva non solo non è la nuova Berlino ma neanche lontanamente la nuova Brindisi. La redazione sarà furiosa. La nostra prossima tappa sarà l'Albania. Senza il budget della rivista online sarò costretto a tornare al romano e eviterò categoricamente le città che iniziano per "b".

P.s durante questo viaggio più di un tedesco ci ha svelato quale città sarà la nuova Berlino tra una decina di anni. Non lo diciamo in questa sede per preservare questo luogo da carovane di italiani e spagnoli in cerca di fortuna e da finti giornalisti come noi in cerca di reportage sensazionali. Comunque non inizia per "b". La caccia è aperta!

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